Ischia, in Mostra le copertine del New Yorker

lorenzo-mattotti c. s. | Continua il programma espositivo nell’Atelier delle Dolcezze di Piazza degli Eroi ad Ischia che inizia ad esplorare l’arte d’oltreconfine, gettando l’occhio oltre l’oceano Atlantico. Dopo l’indimenticabile esposizione di Felix Policastro che con il suo atteggiamento poliedrico ha spaziato, utilizzando l’arte, tra la pittura (la mostra interna), la scultura (sul tetto dell’atelier ed al centro della piazza), la gastronomia (il gelato al cioccolato “Anaconda”) e la poesia (i pizzini di-versi), entrano nell’atelier nomi illustri del mondo del fumetto e delle illustrazioni d’autore.
Lorenzo Mattotti, Art Spiegelman, Anita Kunz, Ana Juan, Christoph Niemann, Ever Meulen, Benoit, Peter de Séve, Mark Ulriksen, Bruce McCall, Chris Ware, Ivan Brunetti, Eric Drooker, Barry Blitt, Françoise Mouly e Jaques de Loustal, sono i sedici artisti “cartoonist” che fanno parte di una raccolta riprodotta in soli 100 pezzi delle copertine del prestigioso settimanale americano “The New Yorker”. L’edizione curata da Squadro edizioni grafiche di Bologna in collaborazione con la Galerie Martel di Parigi è stampata con tecnica mista su carta d’arte in formato 23×31 cm, numerata e firmata dagli autori a Parigi nel mese di ottobre 2012.

The New Yorker è un importante periodico statunitense nato nel 1925 che pubblica reportage, commenti sociali e politici, critica, saggi, narrativa, satira, vignette e poesia, edito dalla Condé Nast Publications. Nato come settimanale alla metà degli anni venti, la rivista esce adesso quarantasette volte l’anno, con cinque dei suoi numeri a coprire un arco di due settimane. Nonostante le recensioni e le notizie si concentrino spesso sulla vita culturale di New York City, The New Yorker ha un ampio pubblico al di fuori della metropoli americana. È ben noto per i suoi commentari sulla cultura popolare e su eventi, figure e bizzarrie tipiche degli Stati Uniti; la sua attenzione alla narrativa contemporanea si manifesta nell’inclusione di racconti e recensioni librarie; è rispettata la sua politica di rigorosa verifica delle notizie e la cura editoriale; sono apprezzati gli articoli giornalistici su temi sociali e di politica estera; sono anche famose le sue vignette sparse nelle pagine di ciascun numero.

vernissage-New-YorkerThe New Yorker è stato ed è anche importante per le illustrazioni: molti prestigiosi disegnatori americani hanno lavorato per la rivista, tra cui Peter Arno, Charles Barsotti, George Booth, Roz Chast, Sam Cobean, Helen E. Hokinson, Ed Koren, Mary Petty, George Price, Charles Saxon, David Snell, Otto Soglow, Art Spiegelman, Saul Steinberg, William Steig, Richard Taylor, Barney Tobey, James Thurber, Richard Decker e Gahan Wilson. Ma, ad esempio, anche l’italiano Fortunato Depero realizzò copertine per il New Yorker alla fine degli anni venti. Più recentemente il celebre disegnatore e illustratore italiano Lorenzo Mattotti ha realizzato diverse tavole per la rivista.
Il primo numero di The New Yorker fu pubblicato il 21 febbraio del 1925 dal suo fondatore, Harold Ross, ex direttore della testata delle Forze Armate Stars and Stripes e collaboratore del famoso periodico umoristico americano, il Judge, e da sua moglie Jane Grant, una reporter del New York Times. I due diedero vita ad una società con l’imprenditore Raoul H. Fleischman, la F-R Publishing Company, con una sede sulla 45esima strada di Manhattan.
Punto di orgoglio e di forza del The New Yorker fu fin dagli inizi il suo taglio cosmopolita e sofisticato, così come precisato fin dalla prima uscita: «It has announced that is not edit for the old lady in Dubuque». Questa connotazione umoristica resterà sempre il tratto predominante del giornale e tuttavia si andò affermando velocemente la sua reputazione di giornale culturale, luogo privilegiato di incontro fra scrittori affermati come Nabokov, Roth e Salinger, che vi pubblicarono alcuni dei loro racconti brevi, e giornalisti importanti, fra cui si ricorda in particolare la storica edizione interamente dedicata al saggio Hiroshima di John Hersey che occupò un intero numero all’indomani della fine della Seconda guerra mondiale.
A completare l’ambientazione made in USA, ci saranno le Yankee Candle, candele americane portate sull’isola dal dinamico Valentino Federico nella sua boutique del sigaro “Tchic”.
Infine, come per ogni vernissage, sarà anche l’occasione per gustare una sorprendente dolce novità.