c.s.| Il Movimento 5 Stelle Isola d’Ischia, organizzatore e promotore dell’Urban Forum 2013 tenutosi sull’isola, ha presentato in tale occasione un disegno di legge, derivato da una proposta “politica” nata in rete dai cittadini sotto l’impulso del gruppo di attivisti locale, in materia di:
“Disposizioni volte alla riabilitazione dell’edificato, al contrasto della crisi economica e alla tutela dei livelli occupazionali attraverso il rilancio dell’attività di edilizia legale mediante un modello di sviluppo ecosostenibile nell’ottica di un più efficiente ed imparziale regime sanzionatorio”.
Il percorso nasce dal basso, da cittadini che negli anni hanno approfondito la tematica “abusivismo edilizio” e hanno cercato una soluzione che garantisca uno stop definitivo al cemento e dia un criterio di intervento sul territorio, anteponendo con assoluta urgenza e priorità la demolizione del cemento abusivo e speculativo non legato ad alcuna esigenza abitativa e fornendo nel caso di abitazioni reali (max 130mq) una soluzione alternativa alla demolizione.
La totale assenza di governo del territorio da oltre 30 anni ha creato una situazione complessa a cui si è finora risposto sterilmente con inaccettabili proposte di condono tombale o con la totale inattività, alimentando una paralisi dove i percorsi di giustizia portati a termine – praticamente minimi se rapportati alla mole di cemento abusivo esistente – hanno coinvolto prime abitazioni con tutte le conseguenze sociali che ne derivano.
Nel 1985 sono state presentate 180.000 richieste di condono in sanatoria e nel 1994 se ne sono aggiunte altre 80.000. Dal 2003 al 2011 in Italia sono state emesse 46.760 ordinanze di demolizione di cui 4.956 eseguite (pari al 10,6%) e, per lo stesso periodo, un rapporto di Lega Ambiente parla di oltre 258.000 abitazioni abusive. Questi numeri richiedono una soluzione che sia ora giusta, ma al contempo pragmatica, lasciando altrimenti indisturbato il saccheggio del territorio ancora in corso. Pensare di abbattere una simile mole di ‘costruito’ è difficilmente immaginabile in termini economici, ambientali e sociali.
L’idea è pertanto di offrire esclusivamente alle abitazioni civili, a cui è legata una effettiva esigenza abitativa – subordinatamente alla messa in sicurezza idrogeologica laddove realizzabile – una possibilità di ripristino della legalità e della legittimità tramite un ravvedimento operoso in cui, mediante interventi di autosufficienza energetica legata alle rinnovabili, depurazione delle acque reflue e migliorie estetiche del manufatto, l’autore dell’abuso rende la propria abitazione una risorsa e non un onere per il territorio.
È, pertanto, evidente la differenza dalla monetizzazione della sanzione fine a se stessa (come far cassa) prevista dai Condoni.
Tale proposta, formalizzata in un disegno di legge, ha seguito un percorso unico in Italia. Per la prima volta, un’idea nata nella rete virtuale e reale, tramite l’organizzazione di incontri che hanno portato ad una linea di esigenza comune, è stata consegnata ai portavoce del M5S intervenuti per l’occasione, i quali hanno assunto l’impegno, nel rispetto dei principi fondamentali della democrazia partecipativa, di portarla nelle commissioni competenti per una valutazione e discussione, come previsto dall’iter parlamentare.
È la prima volta che in Italia una rete di cittadini attivi, non solo virtuale, redige un disegno di legge e lo consegna a parlamentari affinché sia discusso.
È l’occasione più propizia per dimostrare il principio cardine del M5S e far così comprendere con un reale esempio cosa sia il concetto di partecipazione democratica alla cosa pubblica.
La complessità della materia e le strumentalizzazioni dell’informazione (di media non presenti al forum) hanno, a nostro avviso, indotto la Commissione Ambiente del M5S ad una valutazione frettolosa e non ponderata della questione.
Siamo convinti del buonsenso e della validità della proposta che non può essere definita un condono come più volte ribadito anche all’interno del testo di legge stesso, ma un protocollo, in sintonia con il principio di stop al consumo del suolo, come confermato da Luigi Di Maio ai media presenti.
Lavoreremo fino in fondo affinché vi sia una dovuta e approfondita valutazione della proposta.
Il protocollo è consultabile all’indirizzo http://www.movimentoischia.it/la_vera_risposta_edilizia_abusivismo_edilizio/