c.s. | NAPOLI – Un omaggio ad Antonio Neiwiller, tra i registi fondatori con Toni Servillo e Mario Martone di Teatri Uniti, è programmato, nel ventennale della sua scomparsa, tra Napoli, Roma, Salerno, Caserta. Spettacoli, incontri e proiezioni per proporne il ricordo vivo attraverso significativi esempi del suo intenso lavoro. Si inizia venerdì 8 novembre a Napoli, alla Sala Assoli, con una speciale versione dello spettacolo Titanic the End, in scena nel riallestimento realizzato da Salvatore Cantalupo, fino al 17 novembre (poi in tournèe, dal 21 novembre al Ghirelli di Salerno e dal 29 novembre al Civico 14 di Caserta). Si prosegue a Roma, sabato 9 (Teatro Vascello, ore 18.30) nell’ambito della XX edizione de Le Vie dei Festival, con l’incontro intitolato “Antonio Neiwiller al cinema a vent’anni dalla morte”, testimonianza delle sue interpretazioni cinematografiche al fianco di Carlo Cecchi, Andrea Renzi, Toni Servillo, Nanni Moretti, Renato Carpentieri nelle proiezioni de Il monologo de L’altro sguardo, di Rossella Ragazzi, e di scene tratte da Morte di un matematico napoletano di Mario Martone e da Caro Diario di Nanni Moretti. L’incontro sarà riproposto anche domenica 10 novembre (ore 11.30) all’ Ex Asilo Filangieri di Napoli.
Antonio Neiwiller moriva a Roma il 9 novembre 1993, a soli quarantacinque anni. Del suo magistero creativo, sempre più scoperto e apprezzato durante gli ultimi venti anni, restano i suoi preziosi scritti, la memoria viva di quanti lo conobbero e lavorarono con lui ed i tre soli esempi del suo peculiare lavoro di attore al cinema. Il sacerdote assistente di Renato Caccioppoli in Morte di un matematico napoletano di Mario Martone, premiato a Venezia nel 1992, il visionario sindaco di Stromboli in Caro Diario di Nanni Moretti, premiato a Cannes nel 1994 e soprattutto Il monologo de L’altro sguardo, mediometraggio di Rossella Ragazzi, presentato a Venezia nel 1996, emozionante testimonianza filmata dell’ultimo spettacolo di Neiwiller e suo autentico testamento poetico.
In occasione del ventennale della sua scomparsa viene riproposta una speciale versione di Titanic the End, spettacolo influenzato profondamente dalla visione de La classe morta di Tadeusz Kantor, che trent’anni fa rappresentò una svolta poetica nel lavoro compianto maestro. Uno dei suoi più coerenti discepoli, Salvatore Cantalupo, fra gli interpreti della versione originale, ha realizzato un riallestimento dello storico spettacolo con un gruppo di giovani attori, facendo tesoro della metodologia neiwilleriana del laboratorio. Così Cantalupo : “Titanic the End debuttò nell’aprile del 1984 a Napoli al Teatro Nuovo per la regia di Antonio Neiwiller, dopo un intenso laboratorio teatrale durato nove mesi. E’ stata un’esperienza che ha completamente rivoluzionato la mia vita e il mio modo di guardare all’arte. Neiwiller è stato un artista geniale, un poeta costruttore di visioni fuori dai canoni tradizionali. Ha realizzato una straordinaria e innovativa riflessione sul teatro e sull’arte in generale. Le sue idee, le sue denunce, i suoi racconti sulla fine di mondi mi colpiscono ancora per l’eccezionale attualità. Trent’anni fa ci spiegava i motivi veri per cui a Beirut cadevano bombe su donne e bambini, ci raccontava come le ideologie nel tempo sarebbero cadute ad una ad una e come l’unica speranza sarebbe stata raggiungere il fondo perché solo a quel punto ci saremmo rimboccati le maniche e avremmo ricominciato a costruire. Ora, nel ventennale della sua scomparsa, sento il desiderio di risalire su quella nave, emblematica rappresentazione di una società in via di disgregazione, di rivivere quelle emozioni, quei suoni, quegli odori. La mia vuole essere una visione nella visione, un dono intimo e personale e al tempo stesso un lasciar tracce, così come mi ha insegnato lui.”